Dal 1990 a oggi le principali realizzazioni del Consorzio sono state:
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La grande valle del Mezzano è stata divisa in due bacini ed è stato allestito un grande complesso di impianti idrovori presso la località Valle Lepri.
L’Impianto Idrovoro Lepri Acque Alte, con una portata di 117 m3/s, è il più grande idrovoro d’Europa e avvia al mare tutte le acque che prima della la bonifica si riversavano nella valle del Mezzano.
L’Impianto Idrovoro Lepri Acque Basse, con una portata complessiva di 31,2 m3/s, invece solleva e avvia al mare le acque provenienti dal comprensorio Pega-Rillo-Zavelea e quelle proprie del bacino Nord-Ovest del Mezzano.
Gli impianti di Codigoro sono oggi posti al termine di due disinte reti di scolo, cosiddette di Acque Basse e di Acque Alte, che raccolgono e scaricano nel Po di Volano i deflussi provenienti da un comprensorio di oltre 50.000 ettari (comprendente, in tutto o in parte, i comuni di Ro, Copparo, Berra, Mesola, Codigoro, Jolanda di Savoia, Formignana, Tresigallo, Migliaro e Migliarino, nella fascia compresa tra il fiume Po e il Po di Volano).
L’impianto originario dell’Ottocento, denominato di Acque Alte, costruito tra il 1873 e il 1875 era il terminale unico delle reti di scolo del bacino di bonifica.
È da alcuni anni dismesso, pur conservando al suo interno due pompe ancora in grado di funzionare.
Tra il 1906 e 1910 gli è stato affiancato l’impianto di Acque Basse, tuttora funzionante, dotato di 8 elettropompe per una portata complessiva di circa 70 m3/sec.
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I Sifoni di Berra e di Guarda - I primi studi per prelevare acqua a fini irrigui risalgono al 1905, a cura dell’ing. Pietro Pasini (Ingegnere Capo del Consorzio della Grande Bonificazione Ferrarese).
Egli scartò la costruzione di chiaviche nell’argine del fiume, ritenendo più conveniente far ricorso ai sifoni, in considerazione del fatto che nel Po le acque sono generalmente più alte del territorio da irrigare.
L’impianto di Berra da lui ideato è costituito da otto tubi in acciaio del diametro interno di 1 metro, posti a cavaliere dell’argine destro del Po, che scaricano in una vasca a quota tale da permettere ai sifoni di lavorare anche nei periodi di magra del Po.
A valle della vasca è stato costruito un impianto di sollevamento per poter portare l’acqua alla quota idonea per l’irrigazione.
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Il vecchio Impianto Idrovoro Marozzo, 1872-1874, aveva inizialmente una portata di 10 m3/s, per lo scolo delle valli Gallare e Volta; nel 1919 tale portata è stata aumentata a 16 m3/s per servire anche le nuove bonifiche delle valli Trebba e Ponti.
Nel 1986 è stato chiuso e interamente sostituito dal moderno Impianto Idrovoro Nuovo Marozzo, costruito subito a sud, con una portata complessiva di 28 m3/s.
Il vecchio impianto idrovoro di Marozzo è oggi trasformato in Ecomuseo della Bonifica. L’Impianto Idrovoro S. Antonino, costruito nel 1925, ha una portata di 5,4 m3/s; nel 2009 gli è stato affiancato un Impianto Idrovoro ausiliario, per cui ora la portata complessiva di questo nodo idraulico è di circa 18 m3/s.
L’Impianto Idrovoro di Baura è stato costruito tra il 1858 e il 1861 per riversare nel Po di Volano le acque di una vasta area comprendente i settori ovest e sud della Diamantina, il centro storico di Ferrara e i terreni a est della città, nel Polesine di S.Giovanni, fino a Boara e Baura.
ln origine era dotato di due grandi “ruote a schiaffo”, poi sostituite da pompe centrifughe ad asse orizzontale.
La forza motrice è stata dapprima il vapore generato da caldaie a carbone, poi il gasolio, infine l’elettricità.
L’edificio del vecchio impianto presenta, sul lato rivolto al Po di Volano e quindi anche alla strada, un portico con tre coppie di colonne sormontate da un frontone, di stile neoclassico.
Nel 1993 a questo impianto (portata 4 m3/s), è stato affiancato il Baùra 2, con portata di 14,9 m3/s.