Per non andare indietro di molti secoli, possiamo ricordare, per i fiumi gli allagamenti del Po del 1812 e del 1872 e quelli del Reno del 1949, 1950 e 1951; per il mare, gli allagamenti del novembre 1966 e per i canali quelli del 1979: il 18 agosto di quell’anno un nubifragio causò l’interruzione di fornitura elettrica nel settore del territorio provinciale tra Migliarino e il mare; in poche ore, fermatisi gli impianti idrovori, i canali tracimarono producendo l’allagamento di oltre 31.000 ha. Numerosi impianti idrovori sono stati adeguati per non essere più vulnerabili in caso di black-out. Ciò nonostante altre crisi si sono prodotte anche in anni più recenti, nel 1996, nel 2005, nel 2008 e nel 2010. Il rischio di allagamento da fiumi e da canali tende del resto ad accentuarsi con l’impermeabilizzazione artificiale dei territori, che aumenta le portate e riduce i tempi di corrivazione (tempi di percorso delle acque da monte a valle). Non ci sono dubbi: se l’attività ordinaria e quella di continuo adeguamento operata dal nostro Consorzio si dovesse fermare, una buona parte del Ferrarese tornerebbe ad allagarsi.
Il livello di rischio che si è oggettivamente innalzato in questi ultimi anni, lo si contrasta operando diverse azioni:
• Stretta collaborazione con tutti i soggetti che hanno un ruolo nella gestione delle acque e del territorio;
• Piani operativi per affrontare le situazioni di rischio;
• Manutenzioni ordinarie e straordinarie;
• Nuove opere.
Quindi, non solo aspetti economici, ma anche organizzativi.