Naselli Crispi

porte aperte
Palazzo Naselli-Crispi

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Ettari

256.733
ettari

superficie del comprensorio

kilometri

4.191
chilometri

estensione dei canali

impianti di scolo

78
impianti

impianti di scolo

impianti di irrigazione

88
impianti

impianti di irrigazione

portata metri cubi al secondo

780
metri cubi al secondo

portata totale impianti

potenza installata

47.780
kiloWATT

potenza installata complessiva

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10 domande e 10 risposte

Sicurezza idraulica, ma anche derivazione a fini produttivi ed ambientali, servizi allo sviluppo di iniziative pubbliche e private del territorio. Il Consorzio ha il compito di gestire i canali e gli impianti idrovori in modo da evitare allagamenti in caso di forti precipitazioni. Bisogna segnalare che le acque del mare tendono ad infiltrarsi nel suolo e a risalire lungo i fiumi verso l’entroterra. Si riesce a contrastare questa tendenza portando nella fascia costiera acque dolci, evitando così sia ulteriori fenomeni di subsidenza che il fenomeno del cuneo salino, che oggi si manifesta in maggior misura che in passato a causa dei mutamenti climatici. Il Consorzio, alimentando la rete nei mesi primaverili ed estivi, permette il mantenimento di varie zone umide e in generale, concorrendo alla stabilità del territorio, ne tutela anche i beni naturali. Per fare questo il Consorzio deve prelevare acqua, prevalentemente dal Po, e distribuirla.

Le acque vengono derivate dall’impianto idrovoro Pilastresi, gestito dal Consorzio della Bonifica Burana e dall’impianto Palantone (C.E.R), direttamente, invece, dai sifoni di Contuga, Berra e Guarda, ma anche da altri impianti idrovori, come Capodargine o Pontelagoscuro (recentemente inaugurato). 

Queste acque servono a ricaricare la falda e a mantenere il “franco di coltivazione”, ossia a tenere la superficie freatica alla giusta quota affinché sia possibile la produzione agricola. L’uomo, nel tempo, ha profondamente influito nel determinare l’attuale assetto del nostro territorio, stabilizzando la rete fluviale e prosciugando ampie aree per assicurarsi possibilità di insediamento. Ma il cresciuto arginamento dei fiumi, li ha resi pensili; la subsidenza naturale, sommata alla subsidenza artificiale provocata dal prosciugamento del suolo e in generale dalla sottrazione di acque e gas a varie profondità, ha contribuito all’abbassamento dei territori compresi tra i vari fiumi, fino a portare migliaia di ettari al di sotto del livello del mare, e comunque tutto il comprensorio, a scolo meccanico: proprio per questa condizione il Ferrarese ha sempre presentato un rischio idraulico tra i più elevati d’Italia. Si tratta del rischio di allagamento da fiumi, cui sono impegnati a far fronte le Autorità di Bacino, rischio di allagamento da mare, affrontato dall’Agenzia Regionale per la Sicurezza Territoriale e la Protezione Civile, e rischio di allagamento da canali, che è affrontato dal Consorzio di Bonifica.