Il Concorso di Scultura "De Aqua et Terra" 2020 - 4° edizione - presenta la seguente classifica:
1 “Forza circolare” di Ciro Amos Ferrero - OPERA VINCENTE
2 “Terramare” di Graziano Pompili
3 “Nell’orizzonte (ieri, oggi e domani)” di Angelo Niro
4 “Marìca” di Sara Bolzani
5 “Unda” di Claudio Benzoni
6 “Ninfeo” di Beatrice Taponecco
7 “Regalando vita” di Nicola Renzi
8 “Pulsar” di Federico Branchetti
La scultura-fontana è stata installata nel giardino dell’Ecomuseo di Marozzo, nell’ambito del recupero strutturale l’ottocentesco impianto idrovor.
Una scultura – fontana in cemento bianco dalla forma circolare, che porta l’acqua come fonte primaria di vita e richiama le ruote dei mulini, i timoni per aprire i canali d'irrigazione e le idrovore. L’opera “Forza circolare” dell’artista Ciros Amos Ferrero, in arte Chiro, si è aggiudicata il premio di scultura “De acqua et terra”, indetto dal Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara nell’ambito del recupero strutturale dell'ottocentesco impianto idrovoro di Marozzo. E proprio l’ecomuseo che si trova all’interno del manufatto dal grande valore storico-culturale ha ospitato oggi (28 settembre ndr) la cerimonia di premiazione del concorso, alla presenza dell’artista Chiro, che realizza installazioni ambientali e di Land art impiegando tecniche diverse e materiali come ferro, cemento e legno, con cui realizza opere in piena armonia con l'ambiente; del presidente del Consorzio, Stefano Calderoni; della dirigente scolastica del Liceo artistico Dosso Dossi, Francesca Apollonia Barbieri e di Mara Gessi, docente dell’Istituto che ha fatto parte della giuria del Concorso. Nel corso della cerimonia Chiro, ha raccontato: “L’acqua è il il filo conduttore di questa scultura perché unisce simbolicamente la terra e il cielo. La scultura è composta, infatti, da due parti: una bassa concava accoglie l'acqua che, tramite tubature nascoste nella costruzione dell'opera, viene condotta nella parte superiore convessa in un ciclo vitale perpetuo. L’acqua, dunque come fonte assoluta di vita ma anche di rigenerazione interiore dell’individuo e dell’ambiente”.
L’opera è stata installata nel giardino antistante l’impianto idrovoro e sarà la cornice ideale per il programma di valorizzazione dei manufatti storici che il Consorzio. “Il Concorso “De acqua et terra” - ha spiegato il membro del consiglio di amministrazione del Consorzio, Riccardo Mantovani, nel corso della premiazione - ha l’obiettivo di coniugare, attraverso l’arte e il “bello” l’identità del passato con il presente e il futuro. Da un lato c’è, infatti, il territorio con la sua storia, fatta di opere che hanno reso possibile all’uomo di abitare queste terre, manufatti da conservare e valorizzare. Dall’altro c’è un passato che diventa lo scenario per un domani fatto di attività didattiche, manifestazioni all’aperto, mostre d’arte, convegni, eventi aperti alle persone. Manufatti che diventano luoghi da vivere pienamente. Nell’opera che è stata premiata vedo una semplicità perfetta, una scultura d’arte post contemporanea che vive già in perfetta armonia con l’ambiente “storico” che la ospita. Naturalmente questa è solo la mia visione estetica dell’opera, perché la meraviglia dell’arte è proprio questa: un’opera nasce da un artista che vuole comunicare qualcosa al mondo e quel mondo la recepisce dando molte interpretazioni che creano un’opera sempre nuova. Ecco perché solo un’opera d’arte, che viene “costruita” dalle persone ogni giorno, poteva essere il nostro ponte tra passato e futuro”.
L’opera “Forza circolare” rimarrà visibile in maniera permanente nel giardino dell’Ecomuseo dell’Idrovoro di Marozzo.
Ad esito della selezione delle proposte inviate al Consorzio, sono ammesse alla seconda fase del
Concorso nazionale di scultura “De aqua et terra” 4° edizione - 2020, le seguenti opere:
- “Unda” di Claudio Benzoni
- “Marika” di Sara Bolzani
- “Pulsar” di Federico Branchetti
- “Forza circolare” di Ciro Amos Ferrero
- “Nell’orizzonte (ieri, oggi e domani)” di Angelo Niro
- “Terramare” di Graziano Pompili
- “Regalando vita” di Nicola Renzi
- “Ninfeo” di Beatrice Taponecco