Gli investimenti per la protezione del patrimonio ittico passa da 6mila a 55mila euro.
Il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara ha presentato il programma di svuotamento dei canali del territorio, in vista della fine della stagione irrigua che terminerà il 30 settembre.
“Abbiamo messo in campo dal 2015 una convenzione e collaborazione poliennale con Regione, Unife, Arpa e Polizia provinciale – ha spiegato il presidente del Consorzio Stefano Calderoni - per il recupero del patrimonio ittico, molto importante perché il Consorzio è attento alla sicurezza idraulica, garantisce acqua ma abbiamo cura dell’ambiente e della biodiversità. Un’attenzione dimostrata anche dall’impegno finanziario: dal 2017 al 2021 siamo passati a interventi da 6mila a 55mila euro. Si tratta di operazioni di recupero della fauna resa possibile anche dallo sforzo dei volontari di Asia, un impegno davvero straordinario che garantisce la puntualità agli interventi. Voglio precisare – ha concluso Calderoni – che le operazioni di svaso dei canali sono necessarie perché mantenerli pieni tutto l’anno sarebbe un costo insostenibile per la comunità e non garantirebbe la sicurezza idraulica: svuotiamo la rete al termine della stagione irrigua per salvaguardare il territorio e tutti gli abitanti”.
A seguire Marco Ardizzoni, direttore tecnico del Consorzio di Bonifica responsabile Ufficio Ambiente del Consorzio di Bonifica ha spiegato le operazioni del Consorzio per garantire la salvaguardia dei pesci.
“Il patrimonio ittico del territorio è rilevante perché nel periodo irriguo immettiamo nei canali acqua di ottima qualità, che lava i ristagni degli scarichi civili e industriali che si accumulano durante l’inverno e rende l’habitat ideale per la fauna 7-8 mesi all’anno su 12. Una piccolissima parte del patrimonio subisce morie per la conformazione stessa del territorio che vede, a Ovest, delle terre a 7-8 km sopra il livello centrale, poi un “catino” al centro e una parte che si rialza vicino alla costa dove sono gli impianti idrovori. Quando non immettiamo più acqua per l’irrigazione la rete, per la conformazione del territorio, si svuota in maniera quasi naturale e per salvaguardare il pesce lasciamo più di 150 km con acqua alta almeno 50 cm. Però ci sono, ovviamente, tratti tubati e sottopassi con botti a sifone e nel momento in cui il canale si svuota rimangono pozze d’acqua sotterranee dove il pesce rimane soffocato e muore. Quando vengono aperte le derivazioni e reimmessa acqua esce il pesce intrappolato e raggiunge i canali, dando l’impressione che ci sia una grande moria. Ma si tratta di un fatto limitatissimo e purtroppo inevitabile per la natura del nostro territorio”.
Il presidente Calderoni ha poi sottolineato l’importanza dei volontari. “Voglio sottolineare la sensibilità dei funzionari del Consorzio – ha detto Marco Grossi di Asia - che hanno capito le nostre esigenze e abbiamo messo insieme una macchina che funziona su tutto il territorio. Facciamo centinaia di recuperi grazie anche alla collaborazione di un’associazione che si chiama Eurocar con persone giovani e motivate che percorrono il Mezzano, fino alla Romea, e fanno un lavoro enorme di salvaguardia.”
Presenti alla conferenza anche gli altri attori della convezione che consente le operazioni di tutela della fauna a partire da Carla Negretti del Servizio territoriale agricoltura, caccia e pesca (STACP). “Seguiamo in maniera operativa i recuperi – detto Negretti – e voglio sottolineare l’importanza del Consorzio per l’attività che svolge e un approccio attento non solo agli adempimenti normativi ma anche all’ambiente. Il Consorzio ha un occhio attentissimo sul territorio, anche a livello di allarmi ambientali quando ci sono soggetti che sversano, con conseguenti morie di fauna ittica. Grazie alla convenzione il monitoraggio è puntuale anche nella gestione delle segnalazioni, perché a volte gli allarmi diventano allarmismi, che vengono magari amplificati dai mezzi di comunicazione, anche se sono fenomeni circoscritti e limitati.” Sulla stessa linea anche Laura Trentini, responsabile della Polizia provinciale di Ferrara: “Invito i cittadini a segnalare qualche problema di sofferenza e di chiamare il Consorzio o la Polizia Provinciale che si occuperà del recupero in maniera professionale. No dunque ad azioni autonome dei cittadini, anche se a fin di bene, perché potrebbero esserci delle situazioni di pericolo e particolari problematiche, risolvibili con una semplice segnalazione”.
In chiusura Mattia Lanzoni dell’Università di Ferrara, ha sottolineato: “Samo entrati in questa convenzione e abbiamo iniziato un’attività per capire da dove derivano le morie di fauna ittica. In uno scenario di cambiamenti climatici e di fronte alle necessità idraulica del Consorzio, infatti, capitava che le necessità di messa in sicurezza del territorio non combaciassero con le esigenze biologiche della fauna ittica. Per questo la tempestività raggiunta adesso è essenziale, anche per prevedere fenomeni per gli anni successivi in un determinato punto de territorio. Sottolineo anch’io che la salvaguardia e il recupero va fatta da persone specializzata in sinergia con i tecnici del Consorzio, i volontari e le guardie provinciali per non fare danni maggiori. Con tanti chilometri di canali abbiamo uno dei più grandi patrimoni ittici italiani ma abbiamo anche una delle più importanti reti d’intervento per monitorare la salute dei pesci”.