Uno dei problemi coi quali la pianura ferrarese deve fare i conti è certamente quello della subsidenza, ovvero il continuo abbassamento del terreno con la conseguenza di costi sempre più alti per l'allontanamento delle acque, ed anche la necessità di trovare soluzioni per impedire all’acqua salata di invadere la falda a causa dell’innalzamento del mare. Di questi aspetti ne ha parlato il Consorzio Bonifica Pianura di Ferrara con l’Ordine degli ingegneri, in un recente interessante seminario a Ferrara dove sono state presentate storia e cause che hanno modificato la conformazione di un territorio vulnerabile come quello ferrarese, gli strumenti tecnologici per tenerlo sempre monitorato ma anche la necessità di fronteggiare il fenomeno.
“Sono molte le opere di ingegneria sulle quali la Bonifica conta e che ha fatto per il territorio – ha aperto Mauro Monti, Direttore Generale – tante le idee che si possono ancora studiare”.
E tanti spunti li ha certamente lanciati il presidente Franco Dalle Vacche che ha toccato temi importanti come la necessità di rifinanziamenti nazionali, le conseguenze dell’attività estrattiva.
Ad illustrare tutte le tecnologie utili per monitorare i fenomeni, le partnerchip con l’Università di Ferrara e Ingv (Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia) è stato l’ingegnere Alessandro Bondesan, capo settore Sistema Informativo Geografico. “Prendendo il punto di rilevamento a Porto Garibaldi, vediamo un aumento del livello del mare in un trend che è in crescita facendo prevedere anche situazioni più gravi – ha aggiunto – servono lavori di ingegneria sul territorio e stiamo lavorando anche per il riaggiornamento delle carte”.
A chiudere è stato il presidente dell’Ordine degli ingegneri di Ferrara Edi Massarenti: “Abbiamo molto da offrire e c’è davvero bisogno della nostra professionalità perché, in un territorio che tocca anche i 5 metri sotto il livello del mare, è sempre più importante governare il regime delle acque per mantenere gli insediamenti urbani e l’agricoltura”